nel corso della cerimonia inaugurale del VII Festival Europeo del Gusto a Grantorto (Pd).
Le
Marchesine, piccola e innovativa azienda della Franciacorta, è, adesso,
una delle realtà più prestigiose e in pieno sviluppo della fortunata
zona lombarda. A seguire le vigne e la cantina, sotto l’esperta guida
del padre Giovanni, è Loris Biatta, assieme ai figli Alice e Andrea. Dai
tre ettari iniziali, l’azienda si è estesa fino a raggiungere i 47
ettari di vigneto, iscritti agli albi delle Doc e Docg. La maggior parte
delle viti è allevata a Guyot con 4.000-4.500 ceppi per ettaro, il
resto a Sylvoz con una densità leggermente minore, di 3.200 ceppi. Pur
essendo in perfetta linea con le caratteristiche produttive dettate dal
consorzio del Franciacorta, l’azienda Le Marchesine si è sin dall’inizio
distinta per il suo tipo di coltivazione innovativo, a cominciare
dall’abbandono del sistema a pergola, ormai sorpassato, compiuto subito
dopo l’acquisto delle vigne da parte di Giovanni, e la conseguente
importazione delle avanzate tecniche d’oltralpe. La forza dell’azienda risiede in diversi fattori, che mirano e convergono tutti al raggiungimento del miglior prodotto possibile. Oltre a una accurata selezione delle migliori barbatelle da impiantare e all’utilizzo degli stessi ceppi di Pinot Noir e Chardonnay usati in Francia, la filosofia de Le Marchesine è incentrata anche sull’innovazione tecnologica. Esempio lampante di questa scelta sono le pupitres meccanizzate (giropallets ) della cantina che, grazie a un movimento rotatorio costante, permettono di raggiungere un risultato finale probabilmente migliore di quello raggiunto con la rotazione manuale. Non a caso l’azienda agricola vanta un rapporto ultradecennale con una vera e propria istituzione della regione dello Champagne, l’Istituto Enologico di Champagne, di cui è membro l’enologo stesso de Le Marchesine, Jean Pierre Valade. |
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