In totale: 896 km (dati 2008)
- Scartamento normale (1435 mm): 896km
- Gestore nazionale: Hekurudhat Shqiptare
La Hekurudhat
Shqiptare (in acronimo HSH) è l'azienda di trasporto
pubblico ferroviario
albanese, fino al 2000
di proprietà statale e oggi compagnia pubblica interamente a
capitale
statale. Fa parte della Union
Internationale des Chemins de Fer,
dell'International
Rail Transport Committee (CIT) e del South-east
Europe Railways Group (SERG).
Storia
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La ferrovia
arrivò in Albania
molto tardi, con oltre un secolo di ritardo rispetto alla maggior
parte dei paesi europei:
la costruzione di una rete commerciale cominciò solo nel 1946
con l'inaugurazione della Durazzo-Peqin
aperta nel novembre dell'anno successivo, e preceduta solo da alcune
linee a scartamento
ridotto ad uso minerario
e da alcune brevi tratte costruite tra il 1917
e il 1930
ad opera dell'Impero
Austro-Ungarico o del Regno
d'Italia principalmente per fini militari.
La costruzione delle linee ebbe il suo primo
spunto durante il periodo comunista,
che spinse molto sulle potenzialità di questo mezzo di trasporto
rendendolo di fatto il principale metodo per gli spostamenti,
imponendo il veto al possesso delle automobili
e con la limitazione per legge degli spostamenti via autobus
o autocarro
superiori agli 11 km.
La rete ferroviaria era praticamente isolata dalle
altre reti europee, a cui si collegava solo attraverso una tratta
merci attraverso il Montenegro
con stazione di confine
Hani
Hotit, che permetteva il collegamento con la
rete dell'URSS
dove venivano mandate le materie
prime e i minerali
estratti sul territorio, principalmente cromo,
nickel
e fosfati.
La trazione era principalmente a vapore,
affiancata a partire dal giugno 1957
da mezzi diesel.
La ferrovia si snoda su terreni aspri, con pendenze fino al 18 °/00
nella tratta tra Elbasan
e Prenjas
aperta nel luglio 1973.
Nel 1986
venne aperto un secondo collegamento internazionale con Scutari,
e con la Jugoslavia,
affiancato l'anno successivo da un secondo collegamento con Coriza
esteso nel 1996
per altri tre km fino al confine con la Macedonia,
dove si unì con una tratta da 50 km di raccordo con la rete
macedone.
Verso sud la ferrovia si estendeva fino a Valona,
mentre a est sfiorava il confine con la Macedonia presso Pogradec,
estendendosi fino a raggiungere i 677 km di lunghezza complessiva e
impiegando oltre 9000 dipendenti. Nonostante la grande importanza
strategica di questo collegamento ferroviario, la manutenzione era
spesso trascurata e gli investimenti insufficienti a mantenere il
sistema in condizioni operative.
Con la caduta dell'URSS e l'affrancamento
dall'influenza comunista, nel 1990
lo stato si trovò di fronte ad un bivio: investire capitali enormi
per riportare in funzione le linee e le apparecchiature, o dismettere
il servizio ormai sostituibile dal boom del trasporto
su gomma liberalizzato. La prima scelta venne
attentamente considerata, dato anche il fatto che l'industria
estrattiva era in ginocchio avendo perso il suo principale cliente,
l'impero sovietico, e quindi il traffico pesante si era sensibilmente
ridotto. La povertà diffusa aveva spinto alcuni a rubare i cavi in
rame
delle linee e dei telefoni di emergenza, e le linee erano così
malridotte che nel gennaio del 1992
lo stato si vide costretto a chiudere totalmente i servizi residui a
tempo indefinito.
L'operazione di rivitalizzazione venne affidata
sempre nel 1992 ad un giovane ingegnere e manager, Ferdinand
Xhaferri, all'epoca nemmeno trentenne, nominato
direttore generale.
Xhaferri quasi dimezzò in poco tempo il numero di
dipendenti, arrivando nel 1993 a soli 5200 dipendenti. Con
investimenti oculati riuscì non solo a riportare ad uno stato
operativo le ferrovie entro la fine del 1992, ma anche a riguadagnare
buoni standard di puntualità.
Affidò ad una compagnia di consulenza
indipendente, la irlandese
CIE Consult uno studio obiettivo e ad ampio raggio su come ridare
forza alla compagnia: il risultato fu la scelta di cambiare
nettamente l'impostazione del business, trasformando la vecchia
struttura di stampo industriale in una moderna rete per traffico
passeggeri.
Nel 1993 il servizio arrivò a trasportare
4.000.000 di passeggeri (un terzo rispetto ai 12 milioni del 1980,
periodo di picco operativo), per 223 milioni di passeggeri x km. Un
netto miglioramento rispetto ai 2,8 milioni di passeggeri e circa 180
milioni di passeggeri x km dell'anno precedente, il picco negativo.
Già nel 1994
la compagnia operava con successo 40 relazioni ferroviarie stabili.
Con l'aumento del traffico passeggeri si è
assistito al netto declino del traffico
merci, passato da 8 milioni di tonnellate/anno
del 1980 a circa 500.000 tonnellate del 1994. Questo sacrificio è
stato necessario per riportare il servizio a standard di efficienza
sufficienti sfruttando i più redditizi traffici passeggeri, ma la
compagnia intende riportare in efficienza anche il settore merci nel
prossimo futuro.
Nel 1997, anche grazie a cospicui investimenti
italiani, è stata rafforzata la linea tra Tirana
e il porto di Durazzo,
portando la velocità massima a 80 km/h e migliorando i sistemi di
comunicazione e sicurezza, portando la percorrenza dei 36 km a circa
30 minuti.
A partire dal marzo 2005
l'accesso alla rete ferroviaria è stato aperto anche ad altri
operatori, oltre alla compagnia statale, in una liberalizzazione del
mercato simile a quella applicata nell'Unione
Europea con la Direttiva
440/91/CEE.
Oggi le HSH mirano a diventare parte del Corridoio
8, il corridoio ferroviario europeo destinato
ad attraversare i territori balcanici.
Le tratte
La rete si compone di 447 km di linee principali e
230 km di linee secondarie, con scartamento
normale da 1.435 mm interamente a singolo
binario
e senza tratte elettrificate. La precedenza dei treni è possibile
solo in alcuni punti in cui esiste un raddoppio con scambi o in una
delle stazioni principali.
Le tratte sono armate con binari di tipo S-49 e
P-43, rispettivamente da 49.43 kg/m e 44.61 kg/m, più alcune tratte
più vecchie con armamento da 38 kg/m (binari medio-leggeri, quindi).
Le rotaie
sono assemblate con elementi corti, da 12 o 24 metri di lunghezza,
con traversine in principalmente in legno
o, in misura minore, cemento.
Il raggio minimo di curvatura è di 500 metri per
le linee principali, 300 per quelle montane, e le pendenze massime
oscillano tra il 9 e il 18 °/00.
La velocità
massima consentita è di 80 km/h ma una buona parte delle linee sono
ancora classificate per 60 km/h. Il carico per asse ammesso è di
20-24 tonnellate per asse (a seconda del tipo di armamento) e il
limite per metro lineare è di 8 tonnellate.
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