venerdì 10 ottobre 2014

Le Terre d'Acqua s'incontrano a Lanzago di Silea, alla Nuova Parigi



La seconda settimana di 'Comunicare verso Expo 2015' è dedicata alle Terre d'Acqua. L'Azione Aquositas comprende infatti un gruppo di borghi profondamente segnato dalla presenza di mari fiumi o laghi : si è costruito così un circuito capace di favorire gli scambi culturali ed il confronto sulle politiche di conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale storico ed artistico delle località coinvolte.
Lo stage si è tenuto in occasione dell'Antico Festival della Cucina Trevigiana a Lanzago di Silea. L’intera zona del Sile è un luogo veramente magico. Il fiume si estende per circa 95 km, attraversando il Veneto da ovest a est. La sua foce si trova in prossimità di Venezia, e per tutto il suo percorso il fiume è navigabile. Proprio la navigabilità delle sue acque ha reso questo fiume di importanza vitale per l’intera zona fin dalle epoche più remote. Già ai tempi della Serenissima, infatti, il fiume Sile era una fondamentale via commerciale per i mercanti, e nel corso dei secoli, anche grazie alla ricchezza boschiva del territorio circostante, è sempre stato in grado di garantire un elevato livello di benessere a tutti gli abitanti della zona. Ancora oggi, la qualità della vita qui è davvero alta, favorita com’è dalla geologia della zona, dal clima mite e dalla dimensione umana delle relazioni sociali.Gli scenari naturali offerti da quest’area inoltre, sono davvero unici, tanto che l’intero Parco Regionale rappresenta una delle zone turistiche di maggior richiamo dell’Italia Nord-orientale.Qui è possibile praticare qualsiasi tipo di turismo: enogastronomico, naturalistico, artistico. Sono tanti i modi di vivere il Sile…
L'incontro si è tenuto alla pizzeria ristorante Nuova Parigi : a convivio con le pizze di Carlo e famigliae le loro ricette accompagnate, nell'occasione, dai prodotti della Valtellina ; dalle eccellenze del Friuli Venezia Giulia ( la Pasta del Fogolar e i vini dell'azienda agricola Pecorari ), segnalate e selezionate da L'Acquolina, di Lanzago di Silea.
La Pasta del Fogolar nasce nel 1997 dalla passione che due coniugi condividono per la pasta fatta in casa, e dal desiderio di fondere le tradizioni di Marche e Friuli, rispettive terre natali. L' azienda ha saputo mantenere nel tempo una forte connotazione artigianale, che consente di riprodurre la migliore pasta all'uovo fatta in casa. La messa a punto di particolari macchinari e lavorazioni, la scelta accurata di materie prime di primissima scelta, la flessibilità della dimensione artigiana e l'attenzione di una produzione in buona parte manuale distinguono la Pasta del Fogolar nel panorama delle aziende pastaie di nicchia e di eccellenza garantendo la qualità del prodotto finale.
Il legame della famiglia Pecorari alla terra ed al vino si perde nel tempo; oggi Pierpaolo continua a seguire i vigneti con tradizione e cura per ottenere la massima qualità.
“ La pratica di produzione di vini si perde nella memoria dei nostri avi. Non è certo possibile stabilire un anno d’inizio preciso, perché l’attività agricola ha fatto sempre parte della nostra famiglia e degli abitanti di questa terra. Sicuramente il vino non costituiva l’attività principale, ma nel contesto della famiglia contadina del Sette - Ottocento, la pratica della coltivazione della vite era diffusamente praticata nel nostro territorio. Inizialmente le viti ed i filari erano collocati ai margini dei campi, quasi come cippi confinari delle terre coltivate ad orzo e frumento. Quando a fine Ottocento la coltura viticola poté finalmente svilupparsi si aggiunsero piccoli appezzamenti interamente vitati, molto simili ai vigneti costruiti negli ultimi trent'anni. All’epoca si coltivava tutto il terreno disponibile, lasciando un piccolo spazio solo per il passaggio dei cavalli e del carro. Di certo la viticoltura era tutta un’altra cosa, prima e dopo il terribile flagello della fillossera, prima e dopo la prima guerra mondiale. Il sistema contadino rimase sempre promiscuo. Ogni famiglia produceva tutto quello che la terra poteva dare per il tradizionale autoconsumo, l'eccesso veniva venduto. Trascorsi i decenni, la viticoltura cambiò molto, dopo gli anni Settanta del 900, e recuperò lo spirito originale. Volendo dedicare attenzioni sempre maggiori ai particolari, ponendosi l’obiettivo di ritornare al naturale, non si poteva che partire dall’impostazione del vigneto. Dagli anni settanta l'attività agricola si è rinnovata ed è diventata una coltura praticata seguendo criteri quasi “filosofici” intraprendendo un pionieristico percorso qualitativo. In quegli anni rinnovammo i primi vigneti nelle zone Olivers, Soris e Kolaus. Questo è stato il nostro punto di partenza.”
Ma non poteva toccare il 'tocco' dei vini del territorio : i vini dell'azienda agricola La Cicogna di Monastier.
Immersa nelle generose e feconde terre dell'Abbazia Benedettina, un tempo dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, sorge l'Azienda Agricola la Cicogna che, da oltre 30 anni, produce e vende pregiati vini ottenuti da uve e vitigni autoctoni. La filosofia produttiva porta a selezionare esclusivamente le uve migliori, accudite da sapienti mani, al fine di far giungere alla clientela solo vini di eccellente qualità.
Partner d'informazione del Festival è l'azienda Gigi Trevisin srl, Onoranze Funebri di Treviso. Guidata da una forte etica professionale, l'azienda riesce a fornire servizi ineguagliabili, proponendo soluzioni innovative a Treviso e in tutto il territorio nazionale.

lunedì 6 ottobre 2014

ANTICO FESTIVAL DELLA CUCINA TREVIGIANA Il terzo appuntamento all'Osteria Fiera




Giovedì 2 ottobre si è tenuto il terzo appuntamento dell'Antico Festival della Cucina Trevigiana, all'Osteria Fiera di Treviso .
Ogni tappa corrisponde ad un 'filò', al quale intervengono giornalisti, comunicatori, uomini di cultura,rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni locali, per raccontare le proprie storie e far emergere le culture del territorio.
Il Festival era nato in occasione delle storiche Fiere di San Luca e si svolgeva in località Sant'Ambrogio di Fiera. Ecco il perché dell' incontro a convivio con la cucina casereccia di Laura.
La serata ha avuto come tema l'oca arrosta , innaffiata dai buoni vini di Adriana Zambon (Monastier e Refrontolo) e commentata dal pane e dai dolci di Dolce Pane di Aldo Mazzer (con laboratorio e negozio in via Paolo Veronese a Treviso).
Alla serata hanno partecipato, fra gli altri, Corrado Carpentieri, presidente della neonata associazione «Luna park fiere di San Luca», costituita da tutti i proprietari di giostre e anche delle bancarelle di dolciumi e cibarie ; Ivo Colomberotto, titolare di Carnisssima( con negozio-emporio a Fiera), che aprirà sabato 18 ottobre le iniziative di degustazione de 'La Cucina di Carnisssima' ;
Brigitta Reichel (vice presidente dell'Associazione Italia-Austria, che patrocina le iniziative di Carnisssima, per la proposta di carni austriache)

Giuseppe Maffioli - già autore di commedie e di testi per la Rai, nonché attore, regista, giornalista e gastronomo molto ascoltato -su una brillante idea del giovane Dino De Poli -allora amministratore comunale di Treviso, pure lui molto attento alla civiltà della sua terra, anche a quella della tavola - diede vita al primo festival della cucina trevigiana. Era, come ripeteva in ogni pubblico incontro un altro grande innamorato di Treviso, Giuseppe Mazzotti, un’occasione preziosa per scoprire le profonde e sane radici d’una cucina che si nutriva nella fertilità del proprio territorio, attingendo a piene mani ai doni del Sile e del Cagnan e ancora a quelli delle aie e degli orti presenti dentro e fuori le mura, ma soprattutto ricca d’una eredità di saperi culinari cui avevano contribuito soprattutto Venezia, ma anche la Mitteleuropa e quanti d’ogni parte del mondo sono arrivati a Treviso nel corso del tempo. “ (Le Tre Venezie)

Partendo dal centro storico di Treviso è possibile infatti percorrere, in diverse direzioni, delle 'rotte' che portano a toccare i centri della Marca, ricchi di storia arte e cultura.
'Comunicare verso Expo 2015' (l'iniziativa- progetto di informazione promossa dalla rete dei Borghi Europei del Gusto e dall'Associazione l'Altratavola ), ha voluto ricostruire le 'rotte', proponendo dei percorsi del buon e bello vivere inediti. Il Cenacolo 'Quelli del Cagnan' organizza la riscoperta di borghi e contrade, iniziando il suo terzo viaggio-rotta a Treviso.

Partner d'informazione del Festival è l'azienda Gigi Trevisin srl, Onoranze Funebri di Treviso. Guidata da una forte etica professionale, l'azienda riesce a fornire servizi ineguagliabili, proponendo soluzioni innovative a Treviso e in tutto il territorio nazionale.

venerdì 26 settembre 2014

LA DESMONTEGADA DI PREDAZZO E FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO


La Desmontegada di Predazzo e Festival Europeo del Gusto
Festa per il rientro a valle delle mucche dall'alpeggio estivo
da: 05/10/2014
a: 05/10/2014


DUE EVENTI, UN UNICO GRANDE WEEKEND

Gusto e tradizione si fondono a Predazzo

A ottobre a Predazzo si festeggia "La desmontegada", ossia il rientro a valle del bestiame e dei pastori dalle malghe dell'alpeggio estivo. Prima di farle entrare in paese e farle sfilare per le vie del centro, le mucche vengono infiorate come un tempo, sulla fronte e tra le corna, con fiori intrecciati con rami di abete e nocciolo. Al collo vengono appesi i campanacci più grossi e rumorosi, preziosi e finemente decorati. Il corteo, annunciato da lontano dai campanacci, riempie il paese di scampanii e muggiti.


NOVITA' !!  FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO che si svolge in concomitanza


PROGRAMMA:
Venerdì 3 ottobre
  • 7.00- 13.00: Mercato Contadino di prodotti locali, km 0
  • ore 17.00 Aula Magna Municipio di Predazzo: Presentazione Festival Europeo del Gusto
  • ore 21.00 Tendone loc. Fontanelle: concerto rock di Graziano Romani
Sabato 4 ottobre
  • “Treno del Gusto  4 x 4  a  Predazzo “: 4 degustazioni presso 4 fontane con trasferimento a bordo di un trenino gommato oppure in bicicletta. Il trenino farà servizio dalle ore 11.00 alle 18.00 con partenza e arrivo al tendone in loc. Fontanelle
  • dalle 9.00 alle 14.00 al campo ippico: mostra mercato autunnale delle manze
  • dalle 10.00 alle 24.00 Tendone loc Fontanelle: apertura stand e laboratori vari
  • dalle 15.00 alle 16.30: show cooking con piatti creati da alcuni chef delle valli di Fassa, Fiemme e Cembra con prodotti locali
  • ore 16.00: laboratorio di caseificazione curato dal Caseificio Sociale di Predazzo in collaborazione con Malga Valmaggiore
  • ore 17.00: Tavola rotonda sul tema: "Ferrovie, Turismo, Territorio"
  • ore 21.00 Tendone loc. Fontanelle: concerto del Gruppo Country Blue Buffalo Band - musica  e line dance a favore del progetto "Parto per Fiemme"

Domenica 5 ottobre

  • 8.00: apertura del Mercato d'Autore con i produttori ed artigiani locali in Piazza SS. Apostoli
  • ore 10.00 tendone loc. Fontanelle: apertura stand e laboratori vari
  • ore 11.00 tendone loc. Fontanelle: LA DESMONTEGADA - arrivo e sfilata delle mucche e pranzo alpino. Il percorso della sfilata interesserà la via principale fino al cinema teatro, poi via Verdi, via Dante, via Dellagiacoma, via IX Novembre, secondo passaggio in piazza ed infine trasferimento al tendone delle feste in località Löze, vicino al campo sportivo
  •  Pomeriggio in allegria con Dolomiten Bier Band
  • Annullo filatelico con Poste Italiane dedicato al Festival del Gusto e alla Desmontegada di Predazzo


sfilata mucche           antichi_lavori_predazzo

sabato 20 settembre 2014

L'Antico Festival della Cucina Trevigiana all'Osteria al Portico di Falzè di Piave




Una fermata dell'antica tramvia Susegana (Ponte Priula)-Pieve di Soligo, era situata giusto davanti alla Osteria al Portico, a Falzè di Piave. E , all'interno del locale, è possibile ammirare una fotografia antica, con lo stato dell'arte in quei tempi.
Proprio all'Osteria al Portico si è tenuta la seconda tappa dell'Antico Festival della Cucina Trevigiana, con un menù semplice ed articolato al tempo stesso. Lumache e polenta ; gnocchetti al ragù bianco e un guanciale di manzo strepitoso.
Il prosecco di casa (prodotto in quantità limitata) e i rossi del Piave di Luigino Zago hanno ' innaffiato' la serata che ha conosciuto la partecipazione di Bruno Sganga ( giornalista ed enogastronomo, già coordinatore delle iniziative editoriali di Luigi Veronelli) e Giuseppe Gaspari (Palato Anarchico).
La carne è stata opera delle avvedute scelte di Angelo Friscia, macellaio e gastronomo, titolare della Macelleria Corte dei Priuli,in quel di Ponte della Priula.
Il primo festival della cucina trevigiana veniva organizzato nel periodo delle Fiere di San Luca,
nel 1959. Oggi il Cenacolo 'Quelli del Cagnan' dell'Associazione l'Altratavola ( fondata 22 anni orsono, con il Patrocinio della rivista L'Etichetta diretta da Gino Veronelli), ripropone un percorso del gusto per rilanciare l'immagine della Marca Trevigiana.

Partner d'informazione del Festival è l'azienda Gigi Trevisin srl, Onoranze Funebri di Treviso. Guidata da una forte etica professionale, l'azienda riesce a fornire servizi ineguagliabili, proponendo soluzioni innovative a Treviso e in tutto il territorio nazionale.

sabato 12 luglio 2014

La zona di Vidor e Farra di Soligo in Europa – L'intervento di Laura Panizutti di Banca Mediolanum


Lo stage di informazione sul tema 'Il paesaggio della vite e del vino', inserito nelle 24 settimane del progetto Comunicare per esistere verso Expo 2015, si è svolto all'interno della rassegna informativa
Treviso, Piccola Atene ed ha conosciuto la partecipazione di Paolo Benvenuti (Presidente dell'Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa Iter Vitis e presidente nazionale della Associazione nazionale Città del Vino) e di Gregorio Sparacino (direttore dell'Itinerario e Presidente delle Strade del vino di Sicilia).
Per quanto riguarda la zona del prosecco, la rete dei borghi europei del gusto ha proposto la zona che va da Vidor a Soligo, quale area da candidare alla partecipazione europea, perchè ricca di storia e di spunti enogastronomici d'eccellenza.
La candidatura è stata preceduta da un intenso lavoro di visite e incontri che hanno toccato l'azienda
agricola Frozza a Colbertaldo di Vidor ( due gli incontri con la redazione della trasmissione televisiva L'Italia del Gusto) , la Macelleria Robert a Farra di Soligo ( con i suoi salumi artigianali);
il panificio Antico Forno di Caerano San Marco ; la Mic-Sar di Montebelluna ( per il cibo di strada) ; la Società Cooperativa Pedemontana San Pio X di Cavaso (per i formaggi), la Pizzeria al Gallo di Pieve di Soligo .
L'iniziativa è stata sostenuta ed appoggiata da Laura Panizutti, Family Banker di Banca Mediolanum. “Non si è trattato di una semplice sponsorizzazione – osserva Laura Panizutti -, ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno ‘sentito’ una presenza diversa,affidabile”.
La presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul territorio e di sostenere con convinzione le attività culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato organizza ed esprime.

I Borghi europei del gusto 'scoprono' Bellaria Igea Marina - La qualità dell'accoglienza dell'Hotel Letizia della famiglia Onofri


In occasione dell' 8^ Edizione del “Trofeo Memorial Piero Fusconi”, valida quale 2° prova del Campionato Italiano Offshore della classe 3000, e 2^ tappa del Campionato Italiano Endurance Boat Racing e del Trofeo Suzuki FIM Pro , il Cenacolo Terre di Romagna dell'Associazione l'Altratavola ha realizzato alcune visite a Bellaria Igea Marina, per valutare la possibilità di inserire la località nel progetto 'Comunicare per Esistere' promosso dalla rete dei Borghi Europei del Gusto.
Particolarmente apprezzata è stata la 'sosta del gusto' all'Hotel Letizia di Igea Marina.
La presentazione dell'Hotel da parte della famiglia è del tutto congrua : “Scoprite il valore della semplicità e quanto può essere appagante e spensierata una vacanza arricchita dalla cortesia, competenza e qualità che la nostra famiglia si tramanda da tre generazioni. “
Le camere sono pulite, comode, gradevoli, arredate con mobili di qualità.
Ottima la cucina che interpreta il gusto della tradizione romagnola, cucina seguita direttamente dalla Famiglia Onofri.
“Ogni giorno nella nostra sala da pranzo, un mondo di oblò e di pareti blu come il mare, di specchi rifrangono la luce, trovi un gustoso buffet di verdure e contorni – sia caldi che freddi – in più tre primi e tre secondi con pesce tutti i giorni. Cuciniamo per il cliente quello che da sempre amiamo mangiare, anche perché dietro ai fornelli ci sono Daniela e nonna Marisa, i capisaldi del buon gusto della nostra famiglia.In sala Andrea, pronto ad ascoltare tutte le richieste “



Hotel Letizia
via Caio Plinio, 3 - Bellaria Igea Marina, RN 47814
tel +39 0541 331355 - info@hotelletizia.net
Bellaria Igea Marina
Il toponimo di Bellaria compare per la prima volta in un documento del 1359, come nome di una fattoria fortificata che si trovava vicino alla chiesa di Santa Margherita, presso la foce del fiume Uso. La località passò in diverse mani, fra cui quelle dei Malatesta: attualmente ne rimane solamente il ricordo nel toponimo del luogo (e Castèl).
Alla fine del XIX secolo si estendeva sulla sinistra della foce una borgata di case di pescatori, che ricoveravano le proprie barche nel fiume.
Agli inizi del '900 Vittorio Belli diede il nome della dea Igea, figlia di Asclepio ad un villaggio per le vacanze, progettato nella pineta tra il torrente Uso e la "Torre Pedrera". "Marina" fu associato al nome Igea, quando nella zona meridionale si installarono colonie estive per bambini.
Il comune fu istituito nel 1956 per scorporo di cinque frazioni del comune di Rimini: oltre a Bellaria e Igea Marina, Bordonchio, Cagnona e Borgata Vecchia.
Monumenti e luoghi d'interesse
"Casa Rossa" dimora estiva dello scrittore Alfredo Panzini aperta al pubblico e sede dell'"Accademia Panziniana".
"Torre saracena", eretta nel XVII secolo dai pescatori; all'interno ospita una raccolta malacologica e di carta moneta.
Il centro urbano comprende una zona esclusivamente pedonale ("Isola dei Platani"), arricchita di aiuole con vegetazione pregiata, nel centro commerciale di Bellaria.
"Parco del Gelso", vasto polmone verde, intorno all'omonimo lago, raggiunge a sud il centro di Igea Marina.
Parco Pavese, ubicato più a sud, in un'area attigua alla spiaggia libera, sede di feste e manifestazioni.
Lungo il fiume Uso è stata realizzata, in occasione della risistemazione degli argini del fiume, una pista ciclo-pedonale della lunghezza di circa 6 km, che arriva verso l'interno sino a San Mauro Pascoli. Lungo il percorso sono presenti aree attrezzate per la sosta, sistemate e riqualificate in senso ambientale e paesaggistico. Lungo il corso dell'Uso, in prossimità di Bellaria, sono presenti alcuni esemplari di querce e piccoli boschi a prevalenza di pioppi bianchi e neri, di salici e di pini mediterranei, ma si incontrano anche alberi da frutto e piante esotiche. Verso Igea Marina i percorsi attraversano inizialmente fitti canneti per poi proseguire in un paesaggio solcato da canali. La fauna è presente con diverse specie di volatili comuni, ma non è raro incontrare anche l'airone cinerino o il martin pescatore, che nidifica nella zona. Vi si trova anche il rospo smeraldino.
Tra i luoghi di interesse dislocati lungo il percorso sono la "villa Torlonia" e la chiesa di Santa Margherita, del XVIII secolo, l'ex abbazia Donegallia e il castello Benelli entrambi risalenti al XIII secolo, e infine la recente "Fornace di Bellaria".
Eventi
La festa del santo patrono, sant'Apollonia è il 9 febbraio.
Il "Palio dei Saraceni" è una manifestazione storica in costumi d’epoca: vi si rappresenta lo sbarco di oltre trecento personaggi da dieci imbarcazioni storiche sul porto canale (lato Bellaria). Il corteo si snoda quindi lungo le principali vie cittadine, con spettacoli di combattimento delle "compagnie d’armi" e accompagnato da musiche orientali suonate da gruppi di musicisti, fino ad arrivare alla Borgata Vecchia, trasformata in un piccolo paese arabo. La manifestazione si conclude con il "palio del Saraceno", un combattimento su una trave sospesa in aria.
Da più di 25 anni si svolge il Bellaria Film Festival.
Anche a Bellaria Igea Marina (come in tutta la riviera romagnola) in estate si festeggia la Notte rosa.
Alla fine di gennaio 2010, Bellaria - Igea Marina ha partecipato al gioco dei comuni di Mezzogiorno in famiglia.
A cavallo tra aprile e maggio viene organizzato lo Young volley on the beach: un raduno di volley giovanile organizzato dall'A.S. Kiklos che nel 2009 ha visto la partecipazione di 5000 persone.
Pesca
La tradizionale attività peschereccia di Bellaria prosegue tuttora: il porto fluviale, pur migliorato non consente tuttavia l'approdo di imbarcazioni di grandi dimensioni. La pesca occupa circa 100 addetti, riuniti in Società cooperativa denominata Società Cooperativa Marinara - Bellaria; mentre circa 20 addetti non sono legati ad alcuna associazione. Vengono praticate: la pesca a strascico, la pesca delle vongole la pesca da posta con reti a tramagli, la pesca con i "cugulli" o "bertovelli" (per la cattura delle seppie) e con i cestelli (per le lumache di mare). Esiste anche l'allevamento di mitili in mare aperto ad una distanza di circa 3 miglia dalla costa. La maggior parte del prodotto viene oggi commercializzato attraverso la grande distribuzione, ma è recentissima la costruzione del mercato ittico all'ingrosso e se ne attende l'inaugurazione e conseguente apertura.[5]

sabato 14 giugno 2014

Borghi Europei del Gusto, il 2° appuntamento per "l'Irpinia in Veneto"


Dopo il primo incontro tenutosi a Grantorto (PD) dal 27 febbraio al 2 marzo 2014 a metà maggio in programma il secondo appuntamento per l’IRPINIA in VENETO. Questa volta Irpinia Turismo ha partecipato a Maser (TV) per la prosecuzione delle attività già avviate a Grantorto e che vedono l’IRPINIA sempre più protagonista in un contesto Europeo grazie ai gemellaggi e alle attività condivise in Veneto.
In rappresentanza delle “terre del sud” è stato presente Agostino Della Gatta, già membro del consiglio direttivo dell’Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto, quale amministratore di Irpinia Turismo per la presentazione e la promozione del territorio Irpino, nonché in rappresentanza del Comune di Caposele per l’attivazione di un gemellaggio “turistico” con alcuni Comuni del Veneto, ed infine in rappresentanza dell’Associazione In_Loco_Motivi per la sezione Ferrovie Dimenticate. Partner del “viaggio” di Irpinia Turismo sono stati Terre Italiane, l’Albergo Diffuso Borgo di Castelvetere, il Comune di Caposele, Mier Vini, Cantine Sullo, I Pani di Simone Pizza e APOAT.


giovedì 13 marzo 2014

La vecchia stazione e la ferrotramvia a Barbarano Vicrentino

 


L'11 giugno 1911 veniva inaugurata la ferrotramvia Vicenza-Noventa-Montagnana, un progetto avviato nella seconda metà dell'800 dalla Provincia di Vicenza e da due comitati promotori con sede nel Comune di Barbarano Vicentino.


In tale data fu aperto anche il collegamento tranviario Ponte di Barbarano-Barbarano Capoluogo, con una fermata intermedia ai piedi del colle San Pancrazio, sede di un convento e di una chiesa molto antichi.


Nel marzo del 1924, con un ordine di servizio firmato dal Ministero dei Lavori Pubblici, fu ordinato lo smantellamento di questo collegamento tranviario a favore della linea ferroviaria Ostiglia-Treviso.


La vecchia stazione tranviaria di Barbarano, operativa per soli tredici anni, torna oggi a vivere grazie alla famiglia Strazzacappa, che dopo i recenti interventi di restauro l'ha convertita in un elegante e confortevole bed and breakfast.


L'interno e l'esterno del b&b è rimasto fedele al disegno della vecchia stazione ferrotranviaria e rimane uno dei pochi ricordi salvati della ferrotramvia che trasportò merci e persone fino al 10 settembre 1978, prima per mezzo di locomotive tranviarie a vapore Borsig (la cosidetta Vaca Mora), poi con le automotrici a nafta Breda (le littorine). fonti e maggiori info




La stazione tranviaria di Barbarano Capoluogo in una rarissima
cartolina del 1912 (collezione E. Bassi)



Locomotiva Maffei in sosta alla stazione ferrotranviaria
di Barbarano Vicentino (riproduzione Foto Borin)

La vecchia stazione ferrotranviaria di Barbarano Vicentino in una foto del 2004,
prima degli interventi di restauro (foto E. Bassi)






*Fonti: foto storiche e informazioni riguardanti la storia della ferrotramvia sono state tratte da due opere dello storico e ferroamatore Enrico Bassi:
Binari Dimenticati volume 1: Archeologia ferrotranviaria tra Vicenza, Noventa e Montagnana
, Edizioni Associazione Binari Dimenticati, Noventa Vicentina, 2008. (acquistabile presso il Frantoio Olive Barbarano)
.
Binari Dimenticati volume 2: Obiettivo militare la ferrovia Ostiglia-Treviso
Edizioni Associazione Binari Dimenticati, Barbarano Vicentino, 2010. (acquistabile presso il Frantoio Olive Barbarano).
Si ringrazia l'autore per la gentile concessione di testi e foto.

domenica 23 febbraio 2014

Il Bureau du Champagne rappresenta in Italia il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Comité Champagne)

Il Bureau du Champagne rappresenta in Italia il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Comité Champagne). Con sede a Epernay, il Comité Champagne riunisce tutte le Maison e i viticoltori della Champagne.
La missione fondamentale del Bureau, che opera in Italia da oltre vent’anni, è rivolta principalmente alla difesa e alla promozione della denominazione Champagne sul mercato italiano e alla gestione dei rapporti con la stampa, gli importatori, i formatori e il mondo del vino. Il Bureau è un punto di riferimento anche per gli appassionati e per chi desidera avvicinarsi al mondo dello Champagne.
La direzione del Bureau du Champagne in Italia è affidata a Domenico Avolio.
Presso il Bureau è a disposizione del pubblico documentazione sullo Champagne in italiano e in francese.
Un'ampia fototeca on line di 5.000 foto in alta risoluzione, riservata alla stampa, è disponibile sul sito www.phototheque.champagne.fr.



Prosciutti, mortadelle & co., a Bologna rinasce la "Mutua Salsamentari 1876"


Una Società di Mutuo Soccorso fra i Salsamentari, che tutelava i salumieri e le loro famiglie in difficoltà. Botteghe storiche e salumerie ridanno vita al sodalizio gastronomico
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Salumerie storiche e botteghe bolognesi, sono più di 60, e si sono riuniti all' Osteria della Pieve, per celebrare la rinascita della “Mutua salsamentari, salumerie esercenti industrie ed affini 1876”, una delle associazioni più antiche di Bologna nonché l’unico sodalizio storico dell’arte della salumeria nel mondo.
La Mutua salsamentari 1876 ha sempre affiancato le botteghe storiche, salumieri e commercianti storici, della più pregiata arte della salumeria italiana, ha eletto il suo nuovo presidente, Luciano Sita, preceduto da Giovanni Tamburini, il salumiere bolognese famoso nel mondo. Nel corso dell'incontro di rifondazione, si è parlato anche di reali, della figura di Umberto I, re d’Italia, presidente perpetuo della salsamentari, esponendo il quadro omaggiato dalla regina Margherita ai salsamentari con tanto di dedica e ringraziamento.
La Mutua salsamentari 1876 si impegna a tutelare e promuovere l’arte della salumeria in maniera trasversale e senza appartenenza. Tra le nuove collaborazioni, il consorzio nazionale della Mortadella di Bologna IGP, per condividere eventi ed iniziative, primo fra tutti l’importante manifestazione “MortadellaBò”, che si svolgerà la seconda settimana di ottobre a Bologna, in Piazza Maggiore e che rappresenta il primo vero festival mondiale della mortadella quando, al grido di “E’ qui la fetta?”, la piazza sarà trasformata in un grande prato verde e la Mutua Salsamentari avrà il compito di proporre stuzzicherei a base di mortadella, prima fra tutte la mitica “rosetta alla mortadella”.
LA STORIA. Fu Giuseppe Vaccari, venditore bolognese di salumi, insieme ad un avvocato, Ferdinando Berti, a fondare a Bologna, nel 1876, la Società di Mutuo Soccorso fra i Salsamentari, un organismo in grado di tutelare economicamente tutti i salumieri (insieme alle loro famiglie) in difficoltà o costretti, per motivi di salute, a sospendere la propria attività.

Olio di Puglia

Benvenuti in Puglia, nella terra baciata dal sole e mitigata dal mare, nella terra dai colori intensi e decisi, nella terra degli ulivi, delle macine in pietra e delle pepite d’oro.







Sicuramente aveva ragione il folletto della grotta delle fate, quando apparso in sogno a un contadino, gli rivelò il segreto delle macine e delle pepite d’oro nascoste per secoli nella grotta: Ma non è oro, esclamò deluso il contadino, sono solo olive! E il Folletto, rassegnato, costatò: “ppoppiti ca nno ssiti, taniti l’oru e nu li canusciti!” Incoscienti che siete, avete l’oro e non lo riconoscete!
E’ l’olio, l’oro della Puglia, alimento antico e prezioso come la terra dalla quale è generato.            L’olio, il frutto di un clima generoso, ma anche il risultato di grande lavoro e dedizione da parte di chi, con amore e rispetto, coltiva e cura questi autentici monumenti della natura.
paneoliveDalla potatura alla raccolta, dalla macinatura al consumo, la coltivazione dell’ulivo in Puglia è da sempre circondata da un atavico rispetto e dedizione. Ogni goccia d’olio per noi Pugliesi è preziosa e racchiude in sé tutto un mondo di saperi e sapori unico e inimitabile. Provate a far cadere una goccia di olio su una fetta di pane casareccio appena sfornato e poi le tantissime ricette che si possono preparare con la base di olio di oliva, anche e soprattutto crudo! Provate a venire in visita nel Salento, in uno dei tantissimi paesini sparsi lungo la costa o nell’entroterra, quando la mattina dell’Immacolata in tante case è consuetudine preparare le prime “pittule” della stagione friggendole nell’olio appena spremuto, verde e profumato  e che pizzica in gola: un gesto benaugurante in attesa del Natale ma soprattutto di una buona annata di olive.
E, oggi che finalmente tutti i nutrizionisti sono concordi, abbiamo la possibilità di offrirvi questo prezioso alimento scegliendo tra i nostri, l’olio che al vostro palato è più gradito: l’olio dal fruttato verde di oliva con gusto dolce o l’olio dal fruttato netto di oliva  al profumo di mandorla, dal gusto dolce e armonioso; l’olio dal fruttato deciso e intenso, per il palato dei veri intenditori, lievemente piccante e amarognolo che pizzica in gola per la sua bassa acidità.
Approfittate dunque delle Vostre vacanze in Puglia, dal Salento al Gargano, per assaporare questo nostro olio famoso in tutto il mondo! Dalle alture del Subappennino Daunio ai dolcissimi pendii delle Serre Salentine, il Vostro tragitto per scoprire le bellezze naturali come il Mare e le spiagge di Puglia,  sarà anche un modo per ammirare i tantissimi ulivi secolari che fanno parte del paesaggio di questa terra.
Da nord della Puglia sino all’estremità del tacco d’Italia, sono tante le estensioni di oliveti tra i quali negli ultimi anni si stanno affermando le coltivazioni biologiche(con relativo olio di oliva biologico), mentre qui di seguito sono elencate le zone di produzione di olio DOP di tutta la Puglia.
1)     L’olio DOP extravergine di oliva Collina di Brindisi, è’ prodotto nel territorio della provincia di Brindisi e nei comuni di Carovigno, Ceglie, Messapica, Cisternino, Fasano, Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e Villa Castelli.  Le olive che lo producono  sono per il 70% circa l’Ogliarola, la  Cellina di Nardo’, la Coratina, il Frantoio,  il Leccino, e altre varieta’  per la restante parte.
2)    l’olio extravergine di oliva Dauno DOP viene prodotto nell’intero territorio della Provincia di Foggia e viene prodotto per il 70% da diverse varietà di olive come la Peranzana, la Coratina, l’Ogliarola, la Garganica, la Rotondella. Comprende quattro categorie di olio: il Dauno Gargano , il Dauno Sub Appennino, il Dauno Basso Tavoliere e  il Dauno Alto Tavoliere l’olio dal  fruttato netto di oliva con gusto dolce, armonico e con buon profumo floreale che si sposa perfettamente con il pesce e gli antipasti di mare.
3)    L’olio extravergine di oliva Terra D’Otranto Dop  è un olio extravergine prodotto nell’intero territorio amministrativo della Provincia di Lecce e molti comuni della Provincia di Taranto. Si ottiene da diverse  varieta’  di olive come la Cellina di Nardo’e Ogliarola per almeno il 60%. Per il resto concorrono altre varieta’  presenti negli oliveti.
4)    L’olio  extravergine di oliva Terra di Bari  Dop Olio è un olio extravergine di oliva prodotto nella Provincia di Bari e si ottiene  da diverse varietà di olive tra le quali la Coratina, la Cima di Bitonto, la Cima di Mola, e altre varietà presenti negli oliveti. Comprende l’Olio di Castel del Monte, di Bitonto, Murgia dei Trulli e delle Grotte

sabato 22 febbraio 2014

La festa del formaggio a Kötschach-Mauthen

DOVE:a Kötschach-Mauthen
QUANDO: alla fine di settembre

In molte aziende montane della carinzia si produce il gustoso formaggio di malga, seguendo le antiche tradizioni.
L’aria di montagna fresca e le erbe selvatiche dànno al formaggio il suo inconfondibile aroma per il quale è stato più volte premiato a livello internazionale.
A fine stagione, i migliori produttori organizzano la festa del formaggio a Kötschach-Mauthen, anche in presenza di produttori esteri.
Nell’angolo più buono della Carinzia saranno esposti più di 300 formaggi nazionali ed internazionali e tanti prodotti agricoli da assaggiare e comprare.
Naturalmente, per tutti i buongustai, i vini italiani, austriaci e sloveni non possono mancare.
Godetevi le specialità del luogo, i cui ingredienti sono stati coltivati e prodotti in un paesaggio che, da secoli, determina la vita culturale!

Economia di malga


Da secoli, nel Voralberg, sopravvive la tradizione dell'economia di malga basata su tre livelli. Grazie a questo processo vengono prodotte varietà di latticini straordinarie e uniche nel loro genere. La Via dei Formaggi (Käsestraße Bregenzerwald) è il modo migliore per scoprire questo “bene culturale”, gli abitanti e la loro ospitalità e, ovviamente, i prodotti caseari in tutte le loro molteplici sfaccettature.
 © Käsestraße Bregenzerwald

Schoppernau

L'alpeggio e la malga: nessun altro luogo sembra essere immerso in un incanto simile come gli isolati pascoli estivi in cima ai monti. La vita dei malgari è diventata quasi un simbolo di vita primordiale, naturale e in armonia con la natura.

Nel Bregenzerwald, alcune di queste malghe sono ancora in piena attività. Nel dialetto spigoloso del Voralberg si chiamano "die Alp" e ve ne sono di forme molto rare e diversissime tra loro: a tarda primavera, quando il mangime a valle inizia a scarseggiare, ci si trasferisce con il bestiame al Vorsäß (un alpeggio che dà una sola fienagione), a media altitudine.

All'inizio di luglio si sale ulteriormente fino a raggiungere l'alpeggio in quota che può trovarsi fino al di sopra del limite della vegetazione. A settembre, infine, le vacche vengono bardate con eleganza e, con un corteo festoso e fastoso noto come Alpabtrieb, si torna a valle.
Le abilità e capacità richieste per adempiere a questo tipo di economia molto esigente, basata su una mole considerevole di lavoro manuale e su una profonda conoscenza e comprensione della natura, vengono tramandate, da secoli, di generazione in generazione e sempre oralmente. Poiché le vacche, con questa forma di allevamento, vengono nutrite tutto l'anno con fieno, erba fresca ed aromatica, sono in grado di produrre il ricercatissimo Heumilch (latte da agricoltura biologica il cui sistema di produzione è basato su vacche alimentate prevalentemente al pascolo), nettamente più sano, dal gusto fortemente aromatico e dal quale è possibile derivare prodotti caseari assolutamente inconfondibili dal punto di vista microbiologico.

Il Bergkäse - formaggio di montagna - è un formaggio a pasta dura ottenuto dal latte crudo di vacca e l'Alpkäseformaggio di alpe- è un formaggio grasso a pasta dura prodotto con latte crudo alpino, sono solo i rappresentanti più conosciuti delle oltre 30 varietà regionali, tra le quali alcune non entrano mai sul mercato e nei canali di vendita tradizionali.

Un'escursione sulla Via dei Formaggi , consente inoltre di assaggiare l'intera gamma e varietà di prodotti caseari, di spiare il lavoro dei malgari, di discutere con loro dell'azione del tempo atmosferico sul processo di stagionatura dei formaggi e, con un pizzico di fortuna, di partecipare a una festa alpina o a una fiera di prodotti di montagna. L'offerta culinaria e gastronomica lungo il percorso spazia da ristoranti di alto livello e, passando attraverso locali a conduzione familiare, arriva fino alle piccole trattorie contadine. Tra i piatti proposti ve ne sono alcuni assolutamente insoliti come una zuppa del malgaro a base di siero di latte oppure il "Gsig", un dolce di lattosio caramellato - rarità di una cultura contadina ormai dimenticata.

Per ulteriori informazioni
Käsestraße Bregenzerwald
Erlebnissennerei Schoppernau
Bregenzerwälder Käsehaus
Bregenzerwälder Käsekeller
Senner/Sennerin auf Zeit

Il formaggio del Zillertal in Tirolo


Nel sapore del latte si avverte ciò che ha mangiato la mucca. E per questo nella vallata Zillertal del Tirolo le mucche si nutrono di fieno e non di foraggi soggetti a fermentazione.

Alcuni ritengono ostinati i 380 agricoltori del Zillertal che rispettano questa regola e continuano faticosamente a rivoltare il fieno raccolto sui ripidi pendii. Ma le mucche, e sicuramente anche coloro che apprezzano latte e formaggio, gliene sono grati.

In fondo nel latte e nel formaggio così prodotti nel Zillertal si colgono tutti gli aromi dei fiori freschi, delle spezie ed erbe che crescono sui pascoli ad oltre 1.000 metri di altezza.

La valle Zillertal è l'unica valle del Tirolo in cui l'alpicoltura e gli agricoltori di montagna rivestono un ruolo così importante. 40.000 litri di latte crudo appena munto vengono trasportati ogni giorno nella malga Zillertal nella località di Mayrhofen, dove si producono non meno di 15 diverse varietà di formaggio, dal formaggio grigio al gouda, tutti prodotti con latte di mucche che mangiano esclusivamente foraggi geneticamente
non modifi cati e non conservati in silos.
www.sennerei-zillertal.at

Terreni alla Maggia SA


La società TERRENI ALLA MAGGIA SA è stata fondata nel 1930. Comprende una tenuta agricola di circa 130 ettari situati nei comuni di Ascona, Locarno, Gordola e Avegno. Vi si producono uova, polli, frutta, mais, riso vini e, distillati.
I vigneti coltivati in proprio, sono situati sul Delta della Maggia (9 ha) e ad Avegno (1,5 ha). La cantina vinicola è situata in Via Muraccio111 ad Ascona. L'azienda produce vini dal 1950: 3 bianchi (Merlot, Chardonnay, Kerner), un rosato di Merlot e quattro tipi diversi di Merlot rossi. La produzione media annua dei vini è circa 650 hl di vini ticinesi vinificati in bianco (30%), in rosato (15%) e in rosso (55%).
Nel 1997 si è iniziata con successo la produzione di riso, impiegando una tecnica d'irrigazione "a pioggia". La Terreni alla Maggia è per ora l'unica azienda agricola produttrice di riso in Svizzera. La superficie a risaia copre attualmente 23 ha e vi si producono circa 70 tonnellate di riso fino della varietà "Loto".

I prodotti dell'azienda:
  • Vini bianchi: "Bianco d'Oro", "La Lepre", "Il Castagneto"
  • Merlot rosato: "La Pernice"
  • Merlot rossi: "Castello", "L'Usignolo", "Barbarossa", "Il Querceto"
  • Pinot del Ticino spumante brut, metodo tradizionale
  • Grappe di uva americana, grappe di vinacce, nocino ticinese, acquaviti di frutta
  • Uova, polli, faraone e tacchini nostrani
  • Salametti di tacchino
  • Riso ticinese da risotto "Loto", farina da polenta nostrana
  • Frutta di stagione, patate precoci, asparagi


I prodotti sono in vendita presso la nostra azienda o presso il:
"Negozio alla Fattoria", via Ferrara 87, 6612 Ascona, tel. 091/791 28 50

Visita guidata
È possibile visitare i campi, la produzione e le cantine. A seguire una degustazione di 5/6 vini, accompagnati da prodotti locali.



Luogo via Muraccio 105, 6612 Ascona (Regione Locarno)
Periodo Tutto l'anno, solo su richiesta
Durata 2h
Max/ min partecipanti max. 30
Prezzo per persona CHF 20.-, per la degustazione dei vini
Lingue parlate I/D/F/E


Caseificio del Gottardo


Airolo, un grosso borgo di quasi duemila abitanti, all'estremo nord del cantone; il primo contatto con il Ticino per chi proviene dalla galleria o dal Passo del Gottardo. Il sole del meridione conquistò quella cara signora spagnola che, affascinata dalla località dopo tanti giorni di pioggia e nebbia patiti oltre San Gottardo, decise di denominare Airolo il suo ristorante.

Proprio a due passi dalla stazione inferiore della teleferica per Pesciüm ecco il Caseificio del Gottardo. Vi si producono robiola fresca o matura, büscion, burro e panna ma anche pregiati formaggi a pasta semidura: Tremola (forme da 6,5 Kg vendute dopo 3 mesi d'invecchiamento), Gottardo (commercializzato dopo 40 giorni) e Lucendro, formaggella di 1,6 kg. Si può assistere alla produzione del formaggio dalle 9 alle 11 e dalle 14 alle 16.

Il ristorante, gestito da Pino David, comprende sale per banchetti e riunioni e propone ovviamente specialità al formaggio come fondue (minimo 2 persone), raclette croute, torta o anche solo un piatto di formaggi assortiti del caseificio o dell'Alpe ma anche salume e mortadella nostrani, minestrone, spaghetti, risotti, tagliatelle o tagliolini fatti in casa, gnocchi al gorgonzola, crespella di magro, carni varie, piatti per bambini e inoltre specialità in ogni stagione: cacciagione in autunno, asparagi e carpaccio in primavera e, in estate, vitello tonnato e roastbeef. Quanto ai vini ricca la carta dei ticinesi con i principali Merlot e non mancano vini aperti.

Alla scoperta dei formaggi del Mendrisiotto


Gli alpeggi del Mendrisiotto sono situati a quote relativamente più basse rispetto a quelle degli altri alpeggi del Cantone. Per questo motivo alcuni vengono caricati tutto l'anno. Quelli in funzione d'estate sono in totale una dozzina, di cui alcuni producono solo ad uso privato.

Il primo itinerario (Variante A) ci porta in auto da Mendrisio verso Salorino/Monte Generoso sino alla località Magazzino. Continuando poi a destra per 2,3 km si arriva all'Alpe Balduana (che funge anche da grotto). Proseguendo su una strada sterrata, dopo un ampio piazzale, tenendo la destra in discesa per 800 m, incontriamo l'Alpe la Grassa, dove, oltre all'acquisto di formaggini, si può gustare la buona salumeria nostrana con vino ticinese. In alternativa, dal piazzale si può procedere subito diritto e poi, tenendo la destra, direzione Caviano, dopo meno di 1 km si arriva all'Alpe Dosso Bello, dove si possono gustare e comperare i prodotti caseari con polenta.

L'altro itinerario che segnaliamo ci porta da Chiasso verso Vacallo e poi in Valle di Muggio fino a Roncapiano; da lì, proseguendo a piedi su un sentiero abbastanza ripido, in circa 45 minuti si arriva all'Alpe Genor. Altri 15 minuti di cammino a passo sostenuto ci portano all'Alpe di Nadigh. Da questi due alpeggi è possibile, proseguendo ancora per circa un'ora, raggiungere la vetta del Monte Generoso (Variante B). L'Alpe Generoso si trova a ca. 200 m dalla stazione di arrivo del trenino.

Per chi volesse effettuare solo l'escursione all'Alpe Generoso, suggeriamo di partire da Capolago con il trenino a cremagliera. La vetta del Monte Generoso offre una vista stupenda sulla Regione dei Laghi, sulla Pianura lombarda sino agli Appennini e sulla Catena alpina dal Gran Paradiso al Cervino, dal Monviso al Monte Rosa.

Un salto al Grotto Lanterna a Mendrisio

GROTTO LANTERNA

Via alle Cantine 10
6850 Mendrisio
Tel: +41 91 646 85 00
Fax: +41 91 646 85 02

“L’osteria Lanterna”  di Mendrisio, nella nota via delle cantine. Locale completamente ristrutturato con due sale che possono ospitare fino a 40 persone ciascuna.

Cucina tradizionale particolarmente curata. Vasta scelta di vini ticinesi selezionati personalmente dal proprietario Bordogna Renato.

Caratteristiche
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Il Mendirsiotto, terra di artisti


Il Mendrisiotto e Basso Ceresio è da secoli patria di artisti, pittori, scultori e architetti assai rinomati: dai celebri architetti Francesco Borromini, Carlo Fontana e Carlo Maderno attivi a Roma, fino a Mario Botta; dagli scultori Vincenzo Vela e Apollonio Pessina a Remo Rossi e Paolo Bellini; dagli scrittori Francesco Chiesa e Alberto Nessi al naturalista Luigi Lavizzari e ai numerosi giovani artisti pittori, scrittori, fotografi e musicisti locali che con la loro creatività rendono molto interessante la vita artistica di questa regione.
Oltre che terra di artisti, il Mendrisiotto e Basso Ceresio è anche terra d’arte. Chi ama scoprire una regione camminando con tranquillità trova in quasi tutte le località preziosi tesori artistici e architettonici.
Le attività culturali ed i musei offrono una ricca scelta d’intrattenimento: proposte espositive antiche e moderne, di cultura rurale locale, di scultura, pittura, grafica, architettura ed anche esposizioni di trenini e di fossili.
Ma non bisogna dimenticare che questa terra è anche estremamente moderna e dinamica e che, grazie all’Accademia di Architettura, è un importante luogo di cultura europeo.
Il suo dinamismo culturale si manifesta pure nei numerosi eventi e nella programmazione del Cinema Teatro di Chiasso, gioiello architettonico del 1935, aperto non solo a prosa e cinema, ma pure alla danza contemporanea e alla musica.





SALAMI, LARDI E PROSCIUTTI nel Mendrisiotto


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La “mazza” è tra le tradizioni alimentari più importanti della regione.
Salami e mortadelle, lardo e prosciutti di grande qualità possono essere acquistati in una delle tante macellerie della regione o consumati nei locali Grotti.
Tra i prodotti particolari indichiamo la “luganighetta”, salsiccia che può essere mangiata cruda o cotta. 

FORMAGGI, FORMAGGINI E ZINCARLIN IN CANTON TICINO



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Il Mendrisiotto annovera vari prodotti caseari. I “formaggini” della regione si distinguono dai formaggini preparati altrove in Ticino, per il loro tipico aroma legato alla flora ed alle tecniche della lavorazione.
Tra i formaggi più ricercati segnaliamo lo “Zincarlin”, lavorato con metodo antico per garantire i sapori di un tempo.    

PASSATO PRESENTE DELLA FERROVIA VALMOREA


Testi a cura: Associazione Amici della Ferrovia Valmorea
Si inizia a parlare di una ferrovia lungo la Valle dell’Olona alla fine dell’800, quando i primi stabilimenti per la fabbricazione della carta e numerosi opifici in cerca d’acque pulite e abbondanti, si insediano lungo il corso superiore dell’Olona.
Nel febbraio del 1900, viene presentato il progetto per una linea a binario unico che si stacca dalla Novara Saronno Seregno all’altezza di Castellanza per raggiunge la località di Cairate - Lonate Ceppino. Il 16 gennaio 1902, il Decreto Reale n°21, firmato dal Re Vittorio Emanuele III, approva la costruzione della linea ferroviaria. La Castellanza Cairate – Lonate Ceppino viene inaugurata il 18 luglio 1904.
Nelle intenzioni dei progettisti si tratta del primo tronco di una ferrovia che collegherà il Varesotto a Mendrisio risalendo il corso dell’Olona e quello del Lanza.
La ferrovia viene prolungata di 20 chilometri e dodici anni dopo le rotaie raggiungono il Confine italo – svizzero all’altezza della piana di Santa Margherita, nel comune di Stabio. Il Governo Federale Elvetico, che il 28 giugno del 1906, si era pronunciato favorevolmente sul progetto di un collegamento trasfrontaliero, nell’ aprile del 1916 firmata la Concessione per l’esercizio della linea in territorio elvetico.
I lavori per la tratta Mendrisio – Confine si concludono nel 1926 e il 28 giugno di quell’anno viene inaugurata la linea che collega Castellanza a Mendrisio. La ferrovia transfrontaliera ha una vita brevissima: la scarsità dei viaggiatori e l’impossibilità di sviluppare adeguatamente il servizio merci ( per la scelta delle autorità italiane di non sottoscrivere un trattato tra i due Paesi che regoli i traffici commerciali lungo la linea) fa si che dal 2 maggio cessino di viaggiare i treni tra l’Italia e il Canton Ticino.
Dal 1° giugno 1928 la stazione di Valmorea diventa il nuovo capolinea.
Perso il carattere di un collegamento Internazionale, la ferrovia della Valmorea diviene antieconomica per le Ferrovie Nord Milano che le gestiscono. L’azienda è costretta ad accollarsi gli oneri di un servizio viaggiatori praticamente inesistente.
Il servizio viaggiatori viene soppresso nel 1952. Rimane il movimento merci, che permette la circolazione di numerosi convogli diretti alle cartiere ed alle industrie chimiche di Cairate e Castiglione Olona.
Alla metà degli anni settanta la prima crisi energetica e quella del settore della lavorazione della cellulosa portano alla smobilitazione dei grandi complessi cartari di Cairate, Lonate Ceppino e Vedano. Di conseguenza le F.N.M. dichiarano la cessazione del servizio merci. L’ultima tradotta verso Castellanza viene effettuata il 16 luglio 1977.
Passano anni in cui tutto sembra dimenticato da tutti l’infelicità e la tristezza regnano sulla ferrovia abbandonata. La linea viene ingoiata dalla natura: la vegetazione ricopre i binari e gli alvei dei fiumi e torrenti cambiano il loro tracciato naturale, facendo smottare i terrapieni e lasciando in alcuni punti i binari sospesi nel vuoto.
Nonostante ciò si susseguono gli incontri ed i progetti per recuperare ed elettrificare la vecchia linea in territorio italiano.
Nella parte svizzera la linea, declassata al solo servizio merci e trasformata in raccordo industriale, non viene mai abbandonata. Alla fine del Novecento inizia ad essere recuperata al traffico viaggiatori, come servizio turistico. Durante il 1989 l’Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio fanno viaggiare le prime vaporiere nel breve tratto ferroviario tra Mendrisio e il Confine.
Nel 1993 il Club del San Gottardo, un’associazione di appassionati di ferrovie storiche nata nel Ticino alla fine degli anni Settanta, si accorda con le Ferrovie Federali Svizzere per gestire il servizio dei treni turistici da Mendrisio a Stabio. Nasce l’idea di aprire il vecchio cancello doganale e proseguire con il treno, anche solo per pochi metri, nel territorio italiano.
Il 12 settembre 1993, durante la manifestazione "TRENO SENZA FRONTIERA" il vecchio cancello si apre, permettendo lo sconfinamento di due convogli.
Vengono percorsi solo pochi metri in territorio italiano, ma da quel giorno inizia il recupero della vecchia linea. Anno dopo anno il lavoro dei volontari svizzeri ed italiani, il supporto degli Enti territoriali, i finanziamenti di Regione Lombardia, Province di Como, Varese, e F.N.M. permettono di riconquistare chilometri di linea.
L’ultima tappa è stata l’inaugurazione della stazione di Malnate Olona, il 12 maggio 2007. Attualmente la ferrovia della Valmorea è percorribile da Mendrisio a Malnate Olona. Sono 7,5 chilometri di rotaia. Tutti quelli in territorio italiano sono stati completamente ristrutturati.
Dopo l’inaugurazione di Malnate Olona, l’associazione Amici della Ferrovia Valmorea sta lavorando per riportare il treno a Castiglione Olona, nel Contado del Seprio, fino a Castellanza.

 
 

L'Associazione Amici della Ferrovia Valmorea

L'Associazione Amici della Ferrovia Valmorea, nata nel gennaio del 2004, centesimo anniversario dell'inaugurazione del primo tratto della linea, è costituita da un gruppo di volontari, animati dalla medesima passione per la storica linea Castellanza-Mendrisio e per l'ambiente che la circonda. I fini associativi, apolitici e non lucrativi, indicati dallo Statuto, sono:



  • divulgare la conoscenza della storia, delle tradizioni, dei documenti legati alla Ferrovia Valmorea;
  • promuovere il recupero funzionale, l'esercizio turistico e la tutela ambientale e storica della linea.
Queste finalità vengono perseguite con grande impegno e determinazione, attraverso un intenso programma di incontri culturali con il pubblico e con le amministrazioni locali, per risvegliare e mantenere vivo l'interesse per tutti gli aspetti storici, culturali e ambientali legati alla ferrovia stessa; inoltre, gruppi di lavoro, espressamente creati, si occupano della organizzazione e promozione turistica sulla tratta già in esercizio, delle visite e della sorveglianza della linea per prevenire inquinamenti e abusi e soprattutto svolgono un'assidua azione di spinta, presso Ferrovie Nord, Regione Lombardia, Provincia di Varese e Comuni per il proseguimento dei lavori di ripristino funzionale sulla tratta non ancora recuperata.

La sede sociale dell'associazione è nella ex stazione di Castiglione Olona, con l'attiguo magazzino merci, l'unico edificio storico salvaguardato dalla demolizione, distaccamento presso il vecchio casello n° 5 di Castelseprio, mentre la sede operativa è in stazione Rodero/Valmorea per i treni speciali.